Palazzo Lucarini

D3cam3ron3 e Boy dont’cry n. 4: dall’11 al 26 febbraio 2023:

D3CAM3RON3
mostra collettiva

a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori

In mostra a Palazzo Lucarini i percorsi di dieci artisti e pensatori.
Una restituzione visiva della residenza presso Casa Francesconi a Trevi,
luogo “sublime” di incontro, di condivisione e scambio
oltre i vincoli del presente e della produzione artistica

Dal 11 al 26 Febbraio, si svolgerà presso Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi,
D3cam3r0n3, una mostra collettiva degli ospiti del progetto di residenza artistica, ideato e coordinato da Francesca Cornacchini nel settembre 2022 presso la Villa storica Casa Francesconi, nella campagna umbra tra i comuni di Trevi e Foligno.

La mostra rappresenta un’evoluzione e un punto di approdo estetico all’esperienza di residenza che Francesca Cornacchini aveva concepito come momento riflessivo-esperienziale svincolato dall’obbligo di produzione. Gli artisti, nei mesi a seguire alla residenza, hanno prodotto lavori e speculazioni che, pur conservando lo spirito personale e originale, si sono nutriti del reciproco incontro e scambio e in cui lo staff di Palazzo Lucarini è intervenuto come catalizzatore riflessivo.

Casa Francesconi, infatti, è stata per circa un secolo un cenacolo culturale importante e autorevole, frequentata da poeti, nobili e politici europei. Centrale nel fermento ideale dell’Umbria ottocentesca.

La residenza è la cornice narrativa, virtuale, delle storie, delle ricerche e del lavoro, delle persone di cultura coinvolte nell’evasione intellettuale.

L’intento è di creare un’analogia, un parallelismo concettuale e di motivazioni, nel ritiro – desiderato – presso un luogo al di là del tempo, inserito nel contesto della dimora storica.

L’opera di Boccaccio – e la residenza che a lui s’inspira – tratta della “ri-creazione” del genere umano, in un contesto bucolico, svincolato dal tempo della città.

La residenza si fa tutrice dell’importante valore simbolico del Decamerone, cioè, l’intento di sfuggire ai valori di un mondo in distruzione, per preservare, invece, ideali sublimi, seppur a volte triviali, ma fermamente lontani da soprusi o aberrazioni.

D3CAM3R0N3 mirava ad offrire tempo, emancipato da qualsiasi obbligo di produzione, solo l’invito all’osservazione, quasi eremitica, del luogo, alla contemplazione armoniosa della natura ed al privilegio della solitudine.

D3CAM3R0N3 interroga il “reale”, essendo essa stessa una realtà parallela, strutturata, liberata nel reticolo dello spazio-tempo virtuale, pone domande sull’esistenza, sullo stato delle cose, sulle dinamiche, sul qui ed ora e sul sempre.

I lavori in mostra, eterogenei per mezzi espressivi e linguaggi impiegati, sono frutto dell’aggregazione di 10 personalità selezionate da Francesca Cornacchini che offrono uno sguardo sulla ricerca artistica romana. In mostra sarà possibile vivere un’esperienza in bilico tra brutalismo e hi-tech.

Performance, installazioni, video che restituiranno scenari oltre il tempo e lo spazio; opere che in una dialettica introspettiva faranno dialogare realtà e videogioco, l’attualità socio-politica con personificazioni avatar, machinima e neo-totem tecnoesistenziali. Per ibridare, ibridarsi e disegnare una pluralità nell’affinità.

INFO
Titolo: D3CAM3R0N3
Artisti: Giulio Bensasson, Alessandro Calizza, Chiara Cor, Francesca Cornacchini, Federica Di Pietrantonio, Chiara Fantaccione, Andrea Frosolini, Gianmaria Marcaccini, Vaste Programme, Davide Silvioli
A cura di: Maurizio Coccia e Mara Predicatori
Inaugurazione: 11 febbraio 2023 ore 18:30
Periodo: dal 12 al 26 febbraio 2023; dal venerdì alla domenica dalle ore 15:30- 18:30 (su prenotazione fuori orario al +39 3386772711)
Sede: Palazzo Lucarini Contemporary, Centro per l’Arte Contemporanea (Trevi, PG)
Segreteria e logistica: Associazione Culturale “Palazzo Lucarini Contemporary” (Presidente Giovanni Curti)
Ente patrocinatore: Comune di Trevi (Sindaco Bernardino Sperandio)§Con il sostegno di: Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno


Progetto Collaterale

Davide Mariani. Donori Endurance quarta mostra della serie  “Boys don’t cry”, progetto collaterale di “Palazzo Lucarini Contemporary”
in collaborazione con le Accademie di Belle Arti dell’Aquila e di Perugia, a cura di Maurizio Coccia e Mario Consiglio, Cappella di Palazzo Lucarini.

Donori Endurance si inserisce tra le iniziative che, nell’arco dei prossimi mesi, condurranno all’edizione 2023 di Contemporary – Festival di Arte e Avanguardia, previsto per la fine di agosto 2023. Davide Mariani, in prospettiva della nuova edizione ha cominciato a percorrere a piedi, con cadenza variabile, una serie di itinerari che, solitamente, copre in autobus. Sono viaggi che attraversano la Sardegna meno seducente e lontana dai tracciati turistici; zone spesso desolate e segnate dall’entropia, ridotte alla mera funzionalità di transito. Una mappatura incerta e incompleta, ma tenace e spietata, che nell’agosto 2023 approderà a Donori, in occasione dell’inizio del festival.
Donori Endurance è quindi una straordinaria prova di forza e resistenza, sia fisica sia emotiva, che mette in crisi le consuetudini percettive e i tradizionali parametri spazio-temporali del viaggio. L’ingaggio con il territorio è privo della distanza di sicurezza offerta dall’autobus, e si fa fisico, empirico, tangibile. La fatica e il rischio della propria incolumità – camminando ai limiti di strade a grande percorrenza – trasformano il semplice spostamento in un pellegrinaggio laico e solitario, una ricerca di Sé sofferta e a tratti pericolosa.
A Palazzo Lucarini, infine, saranno in mostra la prima rassegna di opere video e una grande installazione ambientale che sintetizza visivamente le strade percorse: una sorta di calligrafia topografica, a metà fra astrazione e sentimento, geografia e irrequietezza.

STATEMENT LAVORI  D3CAM3RON3

05_ Giulio Bensasson

Ballavamo un sacco è un’installazione multimediale che coinvolge lo spettatore attraverso un richiamo “tribale” al ballo. La scultura sonora posta al centro della sala come un totem riproduce una playlist musicale (selezionata dai partecipanti della residenza); ogni persona che si avvicina, che interagisce o balla nella stanza, contribuisce ad aumentare il volume della musica. L’opera è un invito alla condivisione, alla connessione e alla collaborazione: se fruita collettivamente prende vita, altrimenti è un oggetto passivo allo sguardo del singolo.

04_09_14_Alessandro Calizza

Quasi fossero dei rebus senza una soluzione data, le opere di Calizza riflettono sul binomio reale/virtuale e lo sdoppiamento che ognuno di noi vive tra vita off line e on line. Nel muoversi incessantemente tra un piano e l’altro però non sempre tutto torna al suo posto. Come i glitch di un programma di elaborazione grafica, pezzi di noi restano imprigionati nella rete, mentre allucinazioni digitali si innestano, distorcendola, nella percezione che abbiamo della realtà e nelle nostre reazioni ad essa.

08_Chiara Cor

Il lavoro vuole mostrare la memoria di un passaggio, di un mostro. Un rettangolo di luce verticale video proiettato su una parete all’interno di una delle stanze più piccole del palazzo, apre la vista, come fosse un portale, a quello che accade oltre la nostra percezione del muro. Ciò che svela il fascio di luce è una presenza, un corpo mostruoso dalle movenze delicate che abita o che ha abitato quella porzione di spazio. La memoria è assimilazione e apprendimento, il passaggio è uno spostamento e un attraversamento e il mostro è uno specchio e un avvertimento.

06_Francesca Cornacchini

“VILCABAMBA ANIMALS”, facente parte della serie “No MemoryCard Needed”, intende analizzare il ricordo, inteso come virtualizzazione di uno spazio e di una esperienza. Dal punto di vista concettuale, l’opera parla del superamento delle paure recondite, il superamento di uno stato infantile in favore di una maturità conquistata attraverso il tempo. Ripercorrere lo stesso cammino, lo stesso livello, dopo 20 anni, assume i contorni di una ossessiva ricerca esistenziale. Il soggetto del ricordo è un Dio curioso in questo nuovo safari esistenziale nel quale la morte non è contemplata.

03_12_Federica Di Pietrantonio

Il progetto propone una ricerca di natura documentaristica riguardo le esperienze di utenti che si identificano nei termini hikikomori, neet, gold farmer. La ricerca è avvenuta online esaminando diverse tipologie di fonti (audio, video, commenti, interviste), raccogliendo diverse testimonianze anonime e/o non. Un’indagine tra la loro condizione socio-economica e l’impatto sulla quotidianità, identità ed adattamento sociale, riflettendo sulle condizioni di isolamento, povertà e discriminazione.

10_Chiara Fantaccione

L’intervento mira a una riflessione sullo straniamento provocato dal paesaggio bucolico e sul sentimento di malinconia che ne consegue. Elemento protagonista è l’acqua, che invita lo spettatore a interrogarsi sul rapporto tra opposti, come tranquillità e inquietudine, prosperità ed estinzione, natura e artificio.

02_07_13_Andrea Frosolini

Tramite la sintetizzazione dei contenuti, l’uomo contemporaneo riesce a disegnare la propria identità in modo sempre più predefinito e preciso, la categorizzazione di questi contenuti crea una griglia che contiene ogni personalizzazione del reale. La bestialità diventa una black canvas, un feticcio su cui riversare i propri desideri ed insicurezze, riuscendo a fuggire dalla costrizione del tempo e del contesto.

01_Gianmaria Marcaccini

Durante la residenza ho visto che i momenti più proficui erano quelli di collaborazione e convivialità: si iniziava preparando i pasti e si proseguiva attorno al tavolo, parlando lungamente di qualsiasi tema, da quelli futili o personali per arrivare a quelli artistici, filosofici o sociali; non avere un obiettivo di produzione o temi di discussione predefiniti ci consentiva di entrare nel vivo di un confronto vero, intimo e indirizzato a ciò che davvero ci tocca come artisti e persone parti di una società, una cultura e un tempo che è quello contemporaneo. Con questa opera, un angolo del museo diventa luogo di convivialità e scambio. Resta una scultura “collaborativa” traccia di un ulteriore momento di confronto o semplice condivisione.

15_Vaste Programme

Nell’installazione del collettivo Vaste Programme una lapide funeraria campeggia al centro di un manto erboso. Su di essa, al posto del nome del defunto e delle date di nascita e di morte, è incisa la sola parola Ongoing, che dà il titolo all’opera. Il riferimento alla sfera escatologica e mortale appare evidente, tanto più che il prato è destinato ad appassire lentamente durante il corso della mostra. Più incerta, e lasciata allo spettatore, è l’interpretazione del rapporto che intercorre tra questi temi e il termine inglese, di cui ci si serve spesso in campo artistico e che indica qualcosa di ancora in atto.

11_Davide Silvioli

Il mio contributo per la mostra di D3cam3ron3 consiste in un testo. Non essendo un artista e avendo lavorato, principalmente, sempre con la scrittura, sento che, in questa cornice di progetto di mostra, tale modalità espressiva rispecchi a pieno le mie normali attitudini, senza quindi né forzare né snaturare il modo con cui sono già solito frequentare l’arte. Pertanto, lo scritto, che non costituirà un testo critico e neppure curatoriale, coinciderà con una restituzione personale della mia esperienza di residenza, raccogliendo riflessioni e impressioni legate ai giorni trascorsi collettivamente a Casco dell’Acqua, filtrate dalla relatività della mia soggettiva.

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